MASSAGLIA

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Passerano Marmorito

Il paese di Passerano sorge sulle colline del basso Monferrato in provincia di Asti e comprende le frazioni di Schierano, Primeglio e Marmorito, ex Comuni soppressi ed aggregati nel 1929 in un unico Comune dal nome di Passerano Marmorito.
Le notizie riguardanti il passato ci giungono per la maggior parte grazie alle vicende legate alla storia di coloro che, nei secoli, si contesero la supremazia sui territori. Il nome di Passerano, attestato sin dal 1001 come Passerianus, che era probabilmente un prediale derivante da un fundus di un’antica famiglia, compare nei diplomi imperiali nel 1164, quando il Barbarossa, che con la seconda discesa nella penisola era riuscito ad imporsi sui Comuni dell’Italia settentrionale, assegnò con il decreto di Belfort i territori di Passerano, Schierano e Primeglio (e molti altri appartenenti alla Contea di Cocconato) al Marchesato del Monferrato. Nel 1186, grazie all’intervento dell’Imperatore Enrico VI, i territori di Cocconato, Capriglio, Marmorito, Primeglio, Schierano (e altri) passarono sotto il controllo dei Radicati di Cocconato. Con l’inizio del XIII secolo, Passerano venne aggregato come feudo al dominio dei Conti Radicati (intorno al 1277), ma la contesa del territorio con il Marchesato del Monferrato proseguì nei secoli seguenti. Nel 1369 Carlo IV di Boemia sottomise la Contea allo stesso Marchesato (in quel periodo guidato dalla famiglia dei Paleologhi, derivante dalla stessa linea degli Imperatori d’Oriente) suscitando la reazione dei Radicati che, rivolgendosi ai Visconti, ottennero il ripristino della situazione precedente. Nel 1503, l’Imperatore Massimiliano I tentò di attribuire al genero, Filiberto II di Savoia, l’investitura di tutti i feudi appartenenti ai Radicati, i quali si opposero con fermezza a questo atto che ritennero un sopruso. Il regno di Carlo V portò molte novità, sia per il paese che per i conti di Cocconato; nel 1530 un decreto ristabilì l’autonomia della Contea dei Radicati e concesse loro il diritto di battere monete in oro e argento nella Zecca di Passerano, che rimarrà in funzione fino al 1598, anno in cui verrà chiusa dai Savoia (probabilmente a causa della propensione della Zecca ad emettere monete contraffatte tra cui talleri tedeschi, monete svizzere, lombarde, venete e francesi). Nel 1586 i conti Radicati si sottomisero al duca di Savoia Carlo Emanuele. Le trattative gestite dal Capitano Pallavicino portarono alla nascita della Contea- Provincia di Asti, inglobata nell’organizzazione amministrativa dello Stato sabaudo, nella quale entrarono a far parte Passerano, Marmorito, Primeglio e Schierano. Dal XVII secolo l’intero territorio si trovò in balia dei conflitti di successione per il Marchesato e il Ducato di Mantova ad esso unito (1614-15, 1627-30). Gli scontri tra gli eserciti imperiali e spagnoli (con l’appoggio dei duchi di Savoia durante la Seconda guerra) contro quello francese devastarono lo stesso castello di Passerano, di origini tardo-medievali (anche se la costruzione attuale risale ad un rifacimento del Trecento), e portarono ad una riduzione dei territori della Contea. Le trattative di pace si conclusero con l’accordo di Cherasco del 1631, con cui Mantova e il Monferrato restarono all’erede Gonzaga-Nevers; i duchi di Savoia ottennero un ampliamento del proprio controllo sulle terre della campagna piemontese. Sul finire di questo secolo di guerre, nel 1698, nasce a Passerano il personaggio storico che ha contribuito maggiormente alla sua fama, il conte Alberto Radicati, definito da Piero Gobetti “primo illuminista della penisola”. Gli studi di Franco Venturi hanno dato ulteriore risalto alla figura di questo intellettuale del primo Settecento, che egli stesso definisce «un uomo geniale la sua meditazione religiosa ci rivela un animo originale le sue idee politiche sono spesso piene di forza. Le sue utopie gettano luce sui problemi dell’epoca, trasponendoli, magari con violenza, nel mondo delle idee. Radicati è effettivamente una delle figure più interessanti del primo illuminismo italiano”».
Il passaggio tra il XVIII e il XIX secolo fu denso di cambiamenti per la comunità di Passerano e i suoi dintorni. Gli avvenimenti del periodo preso in analisi in questa ricerca d’archivio sono legati alle vicende dello stato sabaudo che, dopo la sua caduta, lasciò il Piemonte nelle mani degli occupanti francesi, i quali gestirono i nuovi territori in modo molto differente, senza però abbandonare le tradizioni radicate nell’amministrazione sabauda. Il Comune di Passerano si trovò a far parte del Dipartimento del Tanaro, il quale era stato suddiviso in tre arrondissement (equivalente francese dei circondari): Aqui, Alba ed Asti; di quest’ultimo facevano parte i cantoni di San Damiano, Canelli, Portacomaro, Rocca d’Arazzo, Mombercelli, Montafia, Castelnuovo, Cocconato, Costigliole, Villanova, Montechiaro e Tigliole, quindi il Comune di Passerano vi era compreso. Asti era il capoluogo del Dipartimento ma, forse a causa dell’intolleranza dei suoi abitanti nei confronti degli occupanti francesi, nel giugno del 1805 divenne semplice capoluogo del Dipartimento di Marengo. La soppressione del Dipartimento del Tanaro portò ad una disgregazione dei suoi territori; Alba venne inglobata nel Dipartimento della Stura, mentre Aqui entrò a far parte del nuovo Dipartimento di Montenotte (appartenente all’ex Repubblica Ligure). Asti e il suo arrondissement furono aggregati al vicino Dipartimento di Marengo (che traeva il nome dal luogo della battaglia che aveva sancito la vittoria napoleonica nel 1800), il quale era a sua volta suddiviso negli arrondissement di Alessandria (anche capitale), Casale Monferrato, Voghera e Tortona; queste ultime due, con i cambiamenti del 1805, finirono a far parte del Dipartimento di Genova. Caduto il regime napoleonico nel 1814, i territori del Piemonte tornarono sotto il controllo dei Savoia rientrati col nuovo sovrano Vittorio Emanuele I. Durante il XIX secolo il castello dei Radicati venne ricostruito e restaurato, e nel paese venne costruita l’Ala, il mercato agricolo, oggi ancora esistente nella piazza della Chiesa.

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